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Attentati Parigi. Arci Firenze: “No a guerra e violenza”

today16/11/2015

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jacopo foconi arciFIRENZE – “Solidarietà alla vittime e a tutti popoli colpiti dalla furia del terrorismo, ma non si può reagire alla violenza con la violenza, non è questa la soluzione”. A poche ore dall’avvio dei raid aerei francesi in Siria,  l‘Arci di Firenze prende le distanze senza se e senza dalla soluzione militare come risposta agli attentati di Parigi.

“L’Arci non può che esprimere la propria vicinanza e solidarietà a tutti coloro che sono stati colpiti dagli attacchi” ha dichiarato Jacopo Forconi, presidente del comitato territoriale fiorentino dell’Arci stamani ai microfoni di Novaradio –  ma la nostra associazione, che ha fatto della non violenza uno dei punti cardine della propria azione, non può che considerare inaccettabile ogni soluzione che preveda un intervento militare“.

Il riferimento è non solo all’intervento aereo deciso in queste ore dal governo Hollande, ma anche delle prese di posizione a favore di un intervento militare, come quelle espresse dal governatore toscano Enrico Rossi, che chiede di combattere “per sterminare l’Isis ovunque sia”  e di “reagire senza avere paura”.

Una soluzione sbagliata e controproducente, spiega Forconi: “Questi terroristi sono criminali, parte di un’organizzazione anch’essa criminale, che usa la religione come ideologia di copertura”, ma fanno parte delle nostre società e che all’interno delle nostre società agiscono. Come tali vanno dunque combattuti, con operazioni di polizia e di intelligence, non con un intervento militare.

Le conseguenze delle azioni di forza – ricorda ancora Forconi –  sono sottogli occhi, non si risolvono così i problemi”. A dimostrarcelo le invasioni in Afghanistan, Iraq e Libia. “Causano solo sofferenze ai civili, alimentando il risentimento anti-occidentale e la radicalizzazione, e così fanno il gioco dell’Isis”. “La legge del taglione non porta a nulla – avverte – occhio per occhio si diventa ciechi”.

Unica soluzione –  Forconi  – è quella della politica e diplomazia, del dialogo tra le nazioni e i popoli”. Una strada difficile e controcorrente,  da favorire anche aumentando con un impegno diretto della società civile e la pressione dell’opinione pubblica sui governi. “Anche su questo – aggiunge – a partire dai prossimi giorni e settimane, l’Arci è pronta a far sentire la propria voce, assieme alle altre realtà del movimento pacifista e non violento italiano”.

Scritto da: Redazione Novaradio


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